Spartacus Wiki
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Morti e Morituri
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Titolo originale The Dead and the Dying
Numero 3x09
Data 5 Aprile 2013 (USA)
9 Luglio 2013 (Italia)
Writer Jeffrey Bell
Director Michael Hurst
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"Morti e Morituri" è il nono episodio di Spartacus: La Guerra dei Dannati ed il trentottesimo dell'intera serie.

Trama[]

L'episodio ha inizio quando durante la notte un drappello di soldati romani è seduta di fronte al fuoco preparandosi da mangiare mentre in lontananza uno di loro vede una torcia avvicinarsi, improvvisamente la luce della torcia si trasforma in una freccia con la punta infuocata che colpisce proprio il soldato romano che aveva notato la presenza di qualcuno facendolo cadere sopra il braciere acceso, successivamente i ribelli entrano in azione e uccidono tutti i romani, poco dopo Spartacus ordina di requisire le armature e tutto quello di cui hanno bisogno e Gannicus rivela che sono soldati provenienti da nord e chiede a Spartacus quale sia l'intento di Crasso ed il trace dopo

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I soldati di Pompeo

aver osservato le corazze fa notare che non portano al centro il disegno dei tori come segno distintivo di Crasso e capisce che non sono suoi uomini.

Al campo Laeta dopo aver visto l'armatura con rappresentati i disegni di un'aquila e di delfini rivela di averli già visti e che appartengono a Gneo Pompeo Magno lodando poi le sue gesta nella Repubblica e Spartacus dice di conoscere anche lui quelle storie ed infatti le sue truppe combattono sia per terra che per mare, Gannicus interviene dicendo che pensava fosse bloccato in Iberia contro il rinnegato Sertorius ecco perché Crasso ha formato un esercito, Spartacus allora dice che se quella era una pattuglia di ricognizione non devono farsi illusioni perché presto le sue truppe incroceranno il loro cammino.

In quel preciso istante Nasir annuncia l'arrivo

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di un uomo a cavallo quindi tutti i ribelli si preparano a combattere e Spartacus avverte che potrebbe essere un diversivo quindi ordina di stare attenti ad una probabile mossa di accerchiamento, Gannicus vedendo l'uomo avvolto da un mantello rosso dice che sembra uno di quelli dei legionari di Crasso ma Spartacus accanto a lui afferma che non è un romano, infatti l'uomo si lascia cadere a terra e si rivela essere Naevia che porta con se la testa mozzata di Crisso dentro un sacco. Al campo Spartacus offre da bere alla ragazza cercando di confortarla ma Naevia molto provata da quello che è accaduto dice di non sprecarlo per un cadavere essendo solo una pallida ombra che vive ormai in un mondo senza senso, il trace la rassicura dicendo che allora devono nutrire lo spettro per farlo ritornare in carne ed ossa ed affrontare giorni migliori, Naevia risponde che non sono concepibili giorni migliori, detto questo Spartacus toglie dalle sue mani la testa di Crisso, accanto a loro Gannicus afferma che è morto nella gloria della battaglia come aveva sempre sognato e Naevia risponde di si ma purtroppo senza gloria, Spartacus gli chiede di raccontare cosa è successo per condividere con loro il suo dolore e la ragazza descrive le loro imprese rivivendole nella mente per poi arrivare alla battaglia finale dove hanno affrontato le truppe di Crasso, Spartacus allora la interrompe chiedendo se è stato proprio lui in persona a togliere la vita a Crisso e Naevia risponde piangendo che aveva steso Cesare a terra quando un giovane ragazzo lo ha trafitto con la lancia, alle sue parole Gannicus stizzito afferma di aver avuto un destino infame fino a che non vengono interrotti da Nasir che chiede a Naevia se Agron ha condiviso il suo

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stesso destino oppure è ancora vivo, la ragazza non risponde ma lo guarda piangendo senza parole e Nasir dopo aver capito si allontana pervaso dalla tristezza, poi Naevia continua dicendo che c'è un unico motivo per cui Crasso l'ha risparmiata ed è quello di mandare un segnale a Spartacus mostrandogli la sua fine, il trace dopo aver ascoltato le sue parole si avvicina a Gannicus e quest'ultimo dice che Crasso vuole provocarlo per farlo reagire di impulso e Spartacus risponde che se fosse soltanto per la sua vita forse lo avrebbe anche fatto però adesso deve restare lucido e preoccuparsi di Pompeo visto che non vedendo ritornare la sua staffetta manderà altri uomini, Gannicus lo avverte che non possono rimanere intrappolati in mezzo a due eserciti e Spartacus riferendo di essere d'accordo con lui dimostra dal suo sguardo di avere un piano.

All'accampamento romano Crasso chiede a suo figlio se i ribelli prigionieri abbiano parlato e Tiberio risponde che stanno usando tutti i mezzi possibili ma che sarà sicuramente questione di tempo poi rivela al padre l'uccisione della prostituta Canthara per sapere come comportarsi, avendo già sentito quel nome Crasso chiede a Cesare se ne sa qualcosa ed il Tribuno stupito ed irritato nello stesso tempo risponde di non saperne nulla anche perché erano alcuni giorni che la stava cercando ma capendo che il responsabile è il ragazzo afferma guardandolo negli occhi che il responsabile pagherà con la stessa moneta, poco dopo Rufus annuncia l'arrivo di due soldati con le insegne di Pompeo.

Al Pretorium Crasso riceve gli uomini di

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I falsi emissari raggiungono l'accampamento romano

Pompeo che in realtà sono dei ribelli travestiti con le armature requisite in precedenza per annunciare l'aiuto del Proconsole contro Spartacus, Crasso risponde di accogliere la notizia con sorpresa visto che Pompeo non fa mai niente senza un tornaconto personale, il falso soldato si scusa dicendo di essere solo un messaggero mentre Cesare lo riconosce ma non proferisce parola, Crasso allora chiede l'altra parte del messaggio ed il falso soldato risponde che Pompeo richiede un incontro, a quel punto Tiberio interviene chiedendo il perché allora non sia venuto di persona e Cesare dietro di lui con tono sprezzante risponde che non è uno stolto, Crasso quindi conclude il discorso dicendo che non intende recarsi al suo accampamento ne abdicare la sua posizione nei suoi confronti, il falso soldato risponde che Pompeo ha scelto un territorio neutro in cui ognuno dei due ha diritto a venti uomini di scorta, Crasso risponde che prenderà in considerazione la proposta poi ordina che siano ristorati.

Appena i messaggeri se ne sono andati Tiberio chiede a suo padre se davvero ha intenzione di prendere in considerazione la proposta perché Pompeo vuole solo sfruttare le sue conoscenze su Spartacus per poi soffiargli la vittoria poi si gira verso Cesare chiedendogli cosa ne pensa e quest'ultimo risponde che condivide il suo timore ma comunque Pompeo è l'uomo che ha sconfitto Sertorius e per questo decorato di allori quindi rifiutare sarebbe oltraggioso oltre che ritorcerglisi contro in Senato, Crasso in maniera arrogante afferma di disprezzare il Senato, Cesare però aggiunge che ci sono altre ragioni per accettare l'offerta.

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Nella tenda Cesare mostra il suo pensiero attraverso la mappa suggerendo di attaccare i ribelli da sud mentre Pompeo potrebbe impedire a Spartacus di raggiungere le montagne, Crasso sembra d'accordo ma Tiberio dice che non può andare all'incontro passando per un suo subalterno, Cesare intuendo la trappola cerca di convincere l'Imperatore a mandare il figlio affermando di condividere come aveva detto i suoi timori infatti propone di mandare un nome illustre al suo posto, Tiberio infastidito risponde che il personaggio dal nome illustre dovrebbe essere lui ma Cesare invece risponde negativamente dicendo che solo chi rappresenta la sua parola ed il suo volere può svolgere quel compito, Crasso risponde che Pompeo è un avversario scaltro e vorrebbe schierare una persona più matura ma Cesare insiste dicendo che Tiberio si è dimostrato essere in grado e che la sua giovinezza potrebbe portare Pompeo ad abbassare la guardia, Tiberio vedendosi elogiato afferma che le parole di Cesare sembrano ragiovevoli e convincenti allora suo padre acconsente dicendo di sospendere l'avanzata fino al suo ritorno consigliandogli di capire le sue intenzioni ma di non scoprire le sue, Tiberio risponde che si comporterà come suo padre cioè autorevole ed inflessibile, quando poi si allontana Crasso orgoglioso di come è diventato il figlio dice che sono passati talmente pochi giorni da quando era un ragazzino insicuro e Cesare accanto a lui afferma che quei tempi sono ormai dimenticati poi con tono serioso continua dicendo che gli augura di avere tutto quello che merita nella vita.

Verso sera nel campo dei ribelli Kore sta prendendo dell'acqua quando vicino a lei Naevia la riconosce e parlando gli chiede se la notte in cui è scappata stava insieme a Crasso e Kore conferma aggiungendo di aver preso un pugnale ed essersi data alla fuga mentre dormiva, allora Naevia chiede il motivo per cui non ha approfittato dell'occasione e non lo ha ucciso visto che se avesse perso la vita sicuramente Crisso sarebbe ancora vivo, Kore risponde che è addolorata per la sua perdita ma non è responsabile di quello che è accaduto, Naevia ribatte dicendo che sono tutti responsabili delle loro azioni, di quelle che fanno e di quelle che andavano fatte, Kore dice che il tempo non può tornare indietro e Naevia con tono deciso conclude dicendo che è vero e devono prepararsi ad un incerto futuro fino a che non si presenterà l'occasione per pareggiare i conti con chi gli ha causato così tanto dolore.

Il giorno seguente Tiberio e le sue guardie raggiungono

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Tiberio cade nella trappola di Spartacus al posto di suo padre

il luogo dell'incontro venendo ricevuti da colui che crede sia Pompeo ma in realtà si trova davanti Spartacus che si augurava la presenza dell'Imperatore stesso, i soldati vengono bloccati dai ribelli allora Tiberio tenta di scappare uscendo di corsa dalla tenda montando con un balzo a cavallo ma Spartacus lo insegue e lo afferra al volo per il mantello trascinandolo a terra poi raccoglie la spada e chiede a Tiberio se sia quella con cui ha ucciso Crisso, non avendo però risposta, Spartacus allora ordina di disarmare e legare i soldati preparandoli a marciare, Gannicus si avvicina al trace e gli chiede se è intenzionato a lasciarli vivi ed il compagno risponde che onoreranno le spoglie di un eroe prima di raggiungerlo nell'aldilà, detto questo impugna la spada per la lama e colpisce Tiberio in faccia facendogli perdere i sensi.

Intanto all'accampamento Cesare raggiunge la sua tenda dove trova l'altra prostituta che appena sente l'uomo avvicinarsi lo minaccia con un pugnale per il terrore causato dalla morte di Canthara e Cesare per calmarla afferma che non centra niente con l'accaduto ma il responsabile non farà più male a nessuno, la donna chiede se conosce il responsabile e Cesare risponde che era una pecora belante che si riteneva un lupo feroce mandata meritatamente al macello, alle sue parole la donna dice che farebbe qualsiasi cosa per assistere alle sue sofferenze e Cesare chiude la discussione dicendo che si consoleranno godendo della sua condanna e con i piaceri della carne ed i due fanno l'amore.

Tiberio ed i suoi uomini vengono accompagnati al campo da Spartacus mentre sono ripetutamente insultati e colpiti dalle pietre scagliate dai ribelli fino a che non vengono fermati da Spartacus predicando la calma per non essere uccisi da uno scatto di rabbia visto che il loro sangue sarà dedicato per più alti scopi.

Nella sua tenda Spartacus annuncia a Naevia la creazione dei Giochi per onorare i caduti poi consegna alla ragazza la spada usata da Crisso riconoscendola come quella impugnata dal giovane romano quando lo ha ucciso e Spartacus rivela di chiamarsi Tiberio ed è il degno figlio di Crasso, Naevia afferma che deve essere lei ad ucciderlo con le sue mani ed il trace risponde che è l'unica ragione per cui è ancora vivo, poi creeranno una pira ed istituiranno i Giochi in un vecchio anfiteatro e tributeranno gli onori all'Indomito Gallo poi consiglia a Naevia di abbracciare il presente ed eliminare qualsiasi peso che la affligge allora Naevia risponde che istituiranno i Giochi ed il sangue romano sarà versato in onore di tutti gli eroi che sono stati strappati da loro.

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All'accampamento romano i soldati interrogano i ribelli mentre Agron è ancora vivo legato ad un palo dopo aver perso i sensi per le percosse subite quando viene risvegliato da una secchiata di acqua sporca ed essere di nuovo colpito da un soldato romano quando Crasso e Cesare lo raggiungono, il Tribuno presenta Agron all'Imperatore e Crasso chiede se abbia detto qualcosa ma il soldato risponde che ha proferito solo imprecazioni ed infatti Agron continua ad offenderli anche in quel momento e Cesare sorridendo si meraviglia della situazione in cui si trova ma avendo sempre la forza di insultarli, Crasso allora ordina che venga crocifisso per essere da monito agli altri che si rifiutano di collaborare, Agron in tono rabbioso si rivolge al Tribuno dicendo che un giorno si vendicherà staccandogli la testa ma Cesare con il sorriso sulle labbra risponde che sarà una impresa impressionante visto che non riuscirà più a tenere in mano una spada, detto questo si incarica personalmente ad inchiodare una delle due mani mentre Agron urla disperato dal dolore. Qualche istante più tardi Rufus informa Crasso dell'arrivo degli emissari di Pompeo ma Tiberio non è presente tra loro, il soldato dice di avere un messaggio per lui ma Crasso lo interrompe immediatamente chiedendo dove si trovi suo figlio ma il soldato risponde di non sapere nulla di suo figlio e che nessun emissario è stato mandato prima di lui, Crasso afferma preoccupato che avevano lo stesso stemma ma ancora il soldato risponde che sono state inviate alcune staffette ma non a lui, Crasso allora chiede se alcune di loro non sono tornate alla base e l'emissario infatti afferma che solo una diretta nel Lazio non ha fatto ritorno, a quel punto Crasso capisce che gli emissari precedenti erano uomini di Spartacus e Cesare comincia a sogghignare ma Crasso lo incolpa di non averli riconosciuti, Cesare si giustifica dicendo che erano parecchie migliaia e sarebbe stato un colpo di fortuna, andando avanti ed indietro dalla preoccupazione Crasso dice che gli Dei lo prendono in giro e gli sputano addosso

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però Cesare cerca di calmarlo dicendo che gli stessi Dei hanno fatto si che l'Imperatore non fosse morto, sentendo queste parole Crasso lo intima rabbiosamente di non pensare che sia per forza morto e chiamandosi Crasso è preziosissimo per fare uno scambio quindi l'Imperatore decide di intavolare una trattativa e Cesare chiede se devono aspettare il riscatto ma Crasso gli urla contro che non starà fermo ad aspettare ma sapendo dove si trova la sua posizione di provenienza lo raggiungeranno allora il Tribuno dice che se si apprestasse ad andare Spartacus lo ucciderebbe su due piedi quindi suggerisce di affidare la missione a Rufus ma Crasso lo interrompe dicendo che sarebbe meglio se fosse una persona che li conosce, che ha vissuto con loro riferendosi a lui, a quel punto Cesare si rivolge a lui dicendo che così lo condanna ad una morte certa ma Crasso lo rassicura dicendo che non lo uccideranno, Cesare insiste chiedendo se invece si sbagliasse e Crasso risponde in maniera solenne che piangerà la sua morte insieme a quella di Tiberio.

Nel frattempo i ribelli preparano l'arena per i combattimenti mentre i prigionieri romani sono seduti e legati tra loro con delle catene, Tiberio si prende tutta la colpa di quello che è successo sospettando di essersi fatto abbindolare da Cesare che secondo lui sicuramente li aveva riconosciuti poi ordina alle sue guardie di rifiutarsi a combattere per non usare la loro morte come divertimento ricordando che loro sono romani invece i ribelli solo volgari schiavi.

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In quel momento Kore sopraggiunge interrompendo il suo discorso e dicendo che però adesso in catene ci sono loro ed è terribile che la propria vita dipenda dai capricci di un padrone, Tiberio risponde che lei non è mai stata incatenata ma la ragazza risponde che gli ha intessuto una ragnatela di catene invisibile con il solo scopo di tenerla lontana da suo padre, a quel punto Tiberio cerca di convincerla a liberarlo dicendo che se lo farà potrà tornare da suo padre con il suo aiuto visto che la ama ancora nonostante la fuga, la schiava rimane stupita dalle sue parole dicendo di avergli dato una notizia insperata quindi gli dice che sarà di ritorno al calare della sera ma poi indurendo il tono dice che ritornerà quando sarà il momento della sua morte essendo uno spettacolo che non vuole assolutamente perdere e lasciando il ragazzo nello sgomento.

Dopo essersi preparati i gladiatori entrano nell'arena acclamati dai ribelli appostati sopra una enorme tribuna dopodiché Spartacus conficca le sue spade nel terreno facendosi passare la terra tra una mano per poi presentare i Giochi con queste parole "è passata una vita da quando ero un gladiatore, un titolo e un ruolo che non ho mai desiderato, i romani mi hanno obbligato con la forza e con me molti dei miei fratelli, questa sera, siamo qui per rendere loro il favore!", a queste parole i ribelli esultano e Spartacus continua "faremo vedere al figlio di Marco Crasso e ai suoi soldati che cosa abbiamo imparato sotto il tallone della loro onnipotente Repubblica e contemporaneamente, renderemo onore ai morti, sacrificando sangue romano!" ed i ribelli esultano ancora.

Il primo soldato romano viene introdotto nell'arena

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mentre viene insultato e denigrato dai ribelli che non si esimono a lanciargli qualsiasi cosa, Spartacus gli passa vicino dicendo di dimostrare di cosa è capace senza che le sue Legioni gli vengano in aiuto come hanno fatto contro Crisso ed Agron poi in segno di sfida si posiziona di spalle davanti a lui intimandogli di attaccare ma il soldato incrociando lo sguardo con Tiberio segue il suo ordine e getta a terra la spada rifiutandosi e gridando di essere un romano e non combatte per far divertire un'orda di schiavi, le sue parole però vengono smorzate da Spartacus che girandosi con un colpo netto lo uccide squarciandogli la gola.

Gannicus in piedi accanto a Sibilla sugli spalti comincia a ridere e Spartacus puntando la spada verso i romani dichiara rabbioso che combatteranno o li sgozzerà senza esitazione poi rivolgendosi verso i ribelli dice che se un solo romano non ha il fegato di affrontarlo che ne vengano mandati due.

Inizia il combattimento due contro uno ma Spartacus sembra affrontarli comunque agevolmente colpendoli più volte, poco dopo alcuni scambi Spartacus viene ferito ad una guancia e quando ricomincia a combattere Sibilla dice che non aveva mai assistito ai Giochi ma Gannicus risponde che sono una pallida imitazione di quei tempi gloriosi, la ragazza stupita afferma che per come ne parla sembra che ne abbia nostalgia ed il compagno ridendo dice che la nostalgia della frusta e dei ceppi no ma primeggiare sulla sabbia dell'arena e sapere esattamente chi sei e cosa devi fare chiunque l'abbia provato ne sente la mancanza.

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Ritornando ai Giochi, nel frattempo che Gannicus parlava, Spartacus ha incrociato le spade conficcandole di nuovo nel terreno per poi affrontare i due soldati disarmato, colpendoli solo a pugni e gomitate, dopodiché esegue una giravolta sopra la schiena di un soldato piegato in due per essere stato colpito in precedenza e stenderlo con un calcio al volo a gambe unite, appena i due soldati si rialzano Spartacus continua a combattere fino a che non colpisce uno dei due con una ginocchiata nello stomaco poi prendendolo per la testa lo trascina in avanti e saltando sorprendentemente all'indietro lo fa cadere con la testa proprio tra la lama delle due spade incrociate che tagliano la sua gola da entrambi i lati, Tiberio fa un gesto di disappunto vedendo i suoi uomini morire mentre

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Spartacus carica l'altro soldato atterrandolo, a quel punto dopo aver perso la spada i due si sfidano a pugni ma il trace lo colpisce moltissime volte poi estrae le due spade e lo finisce colpendolo alla schiena con un calcio facendolo camminare in avanti poi con un salto lo uccide infilando le due spade dietro la testa trapassando gli occhi, dopo aver estratto di nuovo le spade con rabbia incita i ribelli dicendo che c'è ancora bisogno di molto più sangue per onorare l'amato fratello Crisso e tutti gli eroi che sono morti.

Spartacus chiama Gannicus a prendere posizione al centro dell'arena ed il compagno dichiara che soltanto due romani sono inadeguati quindi chiede che ne siano mandati tre per far si che il suo tributo di sangue sia più generoso.

Arrivato Spartacus vicino a Laeta seduta sugli spalti, la donna ridendo dice che Gannicus ha intenzione di superarlo ed il trace risponde che è l'obbiettivo di ogni gladiatore essendo l'unica maniera per sopravvivere nell'arena.

Intanto il combattimento ha inizio e la superiorità numerica costringe Gannicus a difendersi fino al ciglio del burrone sottostante osservato dagli occhi preoccupati di Sibilla, di nuovo Spartacus dice a Laeta che Gannicus è stato l'unico tra di loro a conquistare la libertà allora la donna gli chiede essendo libero il motivo per cui combatte insieme a loro e Spartacus risponde che si è legato alla causa per onorare un compagno caduto e che ha fatto loro da maestro nella lotta stringendo tra loro un vincolo indissolubile.

Il combattimento continua e questa volta è Gannicus ad avere una posizione di vantaggio quindi con un calcio verso un soldato ne spinge un altro di sotto dal precipizio, poi dopo una serie di colpi ne ferisce uno ad una gamba

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schivando poi la lancia dell'altro avversario rimasto uccidendolo conficcandogli la spada nell'addome e squarciandolo ulteriormente dal basso verso l'alto, cosa che provoca la fuoriuscita di molto sangue che disturba Laeta constringendola a voltarsi per non guardare, Spartacus accanto a lei chiede se gli turba molto veder morire la sua gente ma la donna risponde che ormai non sono più la sua gente essendo stata espulsa dalla Repubblica, percossa ed umiliata quindi può impressionarsi alla vista del sangue ma dentro di lei sa che loro devono espiare le proprie colpe, nel frattempo Gannicus ha ferito irrimediabilmente l'ultimo soldato ad un braccio ed è pronto al colpo di grazia che esegue incrociando le spade e tagliandogli di netto la testa che poi raccoglie gettandola verso il pubblico urlante.

Adesso è il turno di Lugo, Saxa e degli altri gladiatori che uccidono tutti i soldati lanciandoli spesso verso la tribuna così che anche i ribelli seduti possono sfogarsi.

Come penultimo incontro è il turno di Nasir che accoglie il soldato romano dicendo che se al posto di uno solo fossero stati mille li avrebbe sterminati tutti per onorare il ricordo di Agron, il siriano viene seguito dagli occhi

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preoccupati di Castus ma Nasir è diventato abilissimo con la lancia e stende più volte l'avversario, intanto Spartacus va vicino a Naevia chiedendogli se è pronta per l'incontro finale e la ragazza risponde che Crisso un giorno si vantò con lei di essere un grande gladiatore ed era la prima volta che parlavano e lei gli disse che odiava i combattimenti ma oggi sono la cosa per cui vive, accanto a loro Spartacus sente la voce del ribelle che era vestito da messaggero romano in precedenza mentre parla con Gannicus riferendo che qualcuno li sta aspettando nella loro tenda, allora Spartacus suggerisce a Naevia come ultima cosa di non abbassare mai la guardia poi raggiunge il compagno ed i tre si allontanano.

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Cesare raggiunge il campo dei ribelli

Nel momento in cui Nasir colpisce il soldato romano nello stesso istante Gannicus colpisce Cesare che poco dopo offre uno scambio di 500 prigionieri al posto di Tiberio, Gannicus dice a Spartacus di non farsi incantare ma il Tribuno riferisce che non parla certo a nome suo ed essere talmente stupido da venire nella tana del lupo da solo e di sua iniziativa, Gannicus cerca ancora di dissuadere il compagno ma Cesare assicura che Crasso farebbe qualsiasi cosa per il figlio, Spartacus allora si accerta delle condizioni dello scambio poi gli punta la spada alla gola e Cesare dice che se lo ucciderà decreterà la fine anche per i suoi compagni.

Nell'arena intanto Nasir uccide il suo avversario poi si dirige verso Naevia e la ragazza gli dice soddisfatta che ha reso onore ad Agron ed il siriano in risposta dice che lei farà lo stesso per Crisso, poco dopo Saxa accompagna Tiberio tirandolo per i capelli ed il ragazzo osserva i volti rabbiosi dei ribelli che lo insultano copiosamente.

La contesa ha inizio e Tiberio appena vede la sua spada nelle mani di Naevia gli intima subito di riconsegnargliela e Naevia risponde provocandolo di essere sicuro che sia sua perché dall'impugnatura sembra adatta ad una

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femmina o ad un gracile fanciullo, le sue parole scatenano la rabbia di Tiberio che parte all'attacco e Naevia dopo una serie innumerevole di scambi sembra difendersi molto bene, il combattimento è sempre seguito dagli occhi di Kore desiderosa della morte del ragazzo, Tiberio invece si rivolge a Naevia chiedendo se crede ancora che sia un ragazzo gracile ed impotente e la ragazza risponde che gli darà più soddisfazione di quanto si aspettasse, i due oltre alla spada si scambiano alcuni pugni fino a che Naevia blocca le braccia di Tiberio dicendo di ringraziarlo visto che pensava morisse troppo in fretta, dopo però essersi liberato è Tiberio che come ultimo gesto di sfida urla contro la ragazza affermando che la ucciderà come ha fatto con Crisso, le sue parole aumentano la furia di Naevia che dopo aver parato due colpi lo ferisce alla schiena poi con degli scatti fulminei anche alle braccia e per ultimo ad una gamba per poi stenderlo a terra con un calcio dopodiché si posiziona in piedi davanti a lui e prendendolo

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per i capelli avvicina la spada alla sua gola dicendo che essendo molto affezionato alla spada adesso gliela restituirà ed appena è pronta a sferrare il colpo fatale Spartacus la ferma per annunciare a tutti i ribelli lo scambio dei 500 loro fratelli proposto da Crasso per la vita di Tiberio, Naevia vedendosi sfuggire l'occasione di vendicarsi afferma che è un'altra bugia ma Spartacus avvicinandosi a lei risponde di essere convinto che invece sia vero però lascia a lei la decisione visto che è lei che ha subito più dolore dalle azioni del ragazzo, a quel punto Naevia invece di ucciderlo lo stende con un pugno dicendogli che la sua vita da quel momento gli appartiene e che un giorno verrà a reclamarla. Al momento dello scambio Tiberio viene accompagnato dai ribelli verso Cesare e quando arriva di fronte a lui gli dice di non prenderlo in giro con la sua ipocrisia visto che sapeva benissimo che erano uomini di Spartacus, Cesare risponde con il sorriso sulle labbra che la sua affermazione è alquanto avventata ma Tiberio continua dicendo che suo padre riterrà di un certo interesse la notizia, allora Cesare risponde che prima di ritornare tra le braccia di suo padre il viaggio è molto lungo specialmente per chi non ha ancora capito chi è il migliore tra i due,

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improvvisamente però Kore che era presente tra i ribelli vicino a loro si lancia contro Tiberio pugnalandolo alle spalle, il ragazzo cade a terra senza vita sotto lo sguardo soddisfatto e compiaciuto della schiava mentre Cesare reagisce malamente offendendola e dicendo che non sa cosa abbia fatto ma la ragazza risponde invece di aver pareggiato i conti, nel frattempo Gannicus blocca Cesare mentre Spartacus dice a Kore che 500 di loro pagheranno per quello che è successo visto che il ragazzo adesso non vale più niente, Kore allora sistema la situazione dicendo che Crasso manterrà fede al patto se gli verrà restituita un'altra cosa a cui lui tiene. All'accampamento romano Crasso piange sul corpo morto del figlio e Cesare dichiara mentendo che è morto per mano di uno schiavo ribelle non più giovane di età proprio mentre si stavano allontanando dal campo, allora Crasso con le lacrime agli occhi risponde che tuttavia vuole mantenere fede all'accordo, Cesare a quel punto risponde di

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sapere che la sua ferita sarebbe stata lacerante quindi ha pensato di alleviarla dopodiché fa entrare Kore ed appena Crasso la vede ringrazia Cesare dicendo che da adesso in poi sarà lui la sua parola ed il suo volere ordinando poi i soldati di marciare contro Spartacus, quando poi il Tribuno se ne è andato si avvicina a Kore chiedendogli di alzare gli occhi, la schiava guardandolo lo chiama per nome e Crasso la bacia dicendo che da quel momento in poi dovrà rivolgersi a lui chiamandolo padrone.

Al campo i 500 ribelli fanno ritorno e Nasir vicino a Naevia afferma che magari potessero tornare da loro tutti quelli che amavano, sorprendentemente però Spartacus sorregge sottobraccio Agron e Nasir lo raggiunge dicendo che gli Dei lo hanno ricondotto tra le sue braccia ed Agron risponde che è stato un pazzo ad abbandonarle.

Più tardi al centro dell'arena viene istituita una pira con la testa di Crisso avvolta in un sudario e posta sopra il suo scudo mentre Naevia appoggia accanto ad essa anche la sua collana, Spartacus con la torcia si rivolge a tutti i ribelli con queste parole "questa notte il nostro cuore esulta ricongiungendosi a coloro che ritenevamo perduti, padri, fratelli e sorelle, figli e amanti, abbracciamoli stretti perché l'ombra di Roma incombe su di noi, andremo incontro al nostro destino insieme, costi quel che costi, ma nel frattempo non dimenticheremo coloro che ci sono

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I ribelli onorano Crisso e tutti i caduti

stati strappati dalle braccia, gli uomini e le donne che hanno sacrificato la loro vita perché tutti potessero vivere liberi", detto questo passa la torcia a Naevia che annuncia "per Crisso!" poi la getta sulla pira che prende completamente fuoco, a quel punto i ribelli invocano il nome di tutte quelle persone care che hanno perduto ed il primo è proprio Spartacus che pronuncia i nomi di Sura, Varro e Mira, dopo di lui Gannicus rende omaggio a Enomao ed anche Agron ricorda per l'ultima volta suo fratello Duro fino a che tutti insieme incitano continuamente sempre il nome di Crisso mentre il volto di Naevia è in lacrime e Spartacus conclude il tributo con queste parole appassionate "si squarcino i cieli al suono del suo nome, che esso raggiunga Crasso e Pompeo, come un rombo di tuono foriero di una tempesta di sangue, tutti quelli che sono in grado, combatteranno l'ultima battaglia contro Roma, io vi faccio una promessa, vivremo da uomini liberi, o raggiungeremo i nostri fratelli nell'aldilà!". 

Note[]

  • L'attore e musicista Bryce Langston che
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    Bryce Langston durante la rivolta nella Casa di Batiato

    interpreta l'emissario di Pompeo è già apparso non accreditato nell'episodio "Uccidiamoli Tutti" di Spartacus: Sangue e Sabbia interpretando un gladiatore durante il massacro degli ospiti della Casa di Batiato.
  • Spartacus e Gannicus riprendono rispettivamente per l'ultima volta il loro ruolo di "Portatore della Pioggia" e "Dio dell'Arena" appartenuti a loro quando erano gladiatori.
  • L'evento dei giochi in onore di Crisso è un fatto realmente accaduto infatti alla morte del compagno, Spartaco catturò 300 soldati romani costringendoli a combattere tra loro come era in uso per i gladiatori, come rivela il creatore Steven S. DeKnight ha preso spunto da questa vera storia per riprodurla nella serie, la trama originale però proponeva che venissero catturati entrambi Tiberio e Cesare per poi essere costretti a combattere uno contro l'altro, questa scena tuttavia avrebbe portato i ribelli a non essere partecipi per molto tempo quindi è stato scelto di far combattere i gladiatori contro i soldati romani per esaltare i Giochi in onore di Crisso.
  • Molti stunt che interpretavano i ribelli che sono morti durante la tempesta ed all'attacco sulla dorsale della Melia nell'episodio "Morte Ineluttabile" compaiono di nuovo durante l'episodio.
  • Nel momento dello scambio dei prigionieri ribelli per Tiberio, possiamo notare come Agron abbia subito numerose ferite tra cui un occhio nero, in realtà il gonfiore dell'occhio sinistro non è dato da un trucco scenico ma da un vera ferita accidentale riportata da Dan Feuerriegel nell'episodio precedente.
  • Secondo Dustin Clare l'interprete di Gannicus, la testa di Crisso è stata usata molto spesso per mantenere lo spirito del personaggio ancora sul set.
  • Prima che Agron venga crocifisso il Germano offende il soldato romano accanto a lui e Cesare dice "più morto che vivo, e ha ancora la forza e il fiato di lanciare insulti, non mi dispiacerebbe possedere un gladiatore di tale tempra e indirizzare la sua grinta verso più possenti obbiettivi" infatti nella realtà Giulio Cesare istituì una scuola di gladiatori presso Ravenna.
  • Durante i combattimenti si può notare che i ribelli seduti sugli spalti cambiano spesso posizione nel giro di pochi secondi inoltre molti ribelli che avevano partecipato al combattimento insieme a Crisso e che fanno parte dei 500 prigionieri sono già presenti nell'arena prima che lo scambio venga effettuato.
  • Nel finale dell'episodio vengono pronunciati i nomi di alcuni ribelli tra cui Arcadio, Kosmas e Druso, in realtà questi nomi sostituiscono quelli di Tychos, Sophus, Plenus o Pleno della versione originale.
  • Nel momento in cui Spartacus chiede a Naevia se è pronta ad affrontare Tiberio nel combattimento finale la ragazza risponde "Crisso un giorno si vantò con me di essere un grande gladiatore, era la prima volta che scambiavamo due parole, gli risposi che odiavo i combattimenti, oggi sono la cosa per cui vivo" facendo riferimento al loro primo incontro avvenuto nell'episodio "I Vulcanalia" di Spartacus: Sangue e Sabbia.
  • In questo episodio Spartacus decide di non oltrepassare più le Alpi ma dirigersi contro i romani in modo che tutti coloro che non possono combattere hanno la possibilità di scappare mentre gli altri anche in onore del desiderio di Crisso continuano a lottare.
  • Sempre il creatore Steven S. DeKnight ha rivelato che la sua parte preferita è stata la scena dei combattimenti nell'arena perché dà la possibilità di rivedere Spartacus e Gannicus combattere da gladiatori un'ultima volta.
  • La parola "Morituri" che appare nel titolo è un riferimento alla famosa frase "Ave, Caesar, morituri te salutant!" che per tradizione veniva pronunciata dai gladiatori prima dell'inizio dei giochi richiamando di conseguenza anche la trama dell'episodio.
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