Domizia | ||
---|---|---|
Nome originale | Domitia | |
Ultima apparizione | Uccidiamoli Tutti | |
Relazioni | Tito Calavio (Marito) Numerius (Figlio) Ovidio (Cugino acquisito) Laelia (Cugina acquisita) Figlio di Ovidio (Biscugino acquisito) Lucrezia (Amica) Ilizia (Amica) | |
Stato | Deceduto | |
Attrice | Janine Burchett | |
Doppiatore | Monica Gravina |
Domizia è una nobildonna romana, moglie del Magistrato Calavio e madre di Numerius, è apparsa esclusivamente in Spartacus: Sangue e Sabbia.
Apparenza Fisica[]
Domizia appare come una donna di mezza età e non più giovane come sono tutte le altre facoltose romane apparse nella serie, comunque sia è sempre di bell'aspetto nonostante tutto, è abbastanza alta da non sfigurare accanto al marito, è una donna prosperosa con il collo lungo ed il viso rotondo, le sue labbra sono carnose ed i suoi zigomi sono alti, infine possiede dei capelli lunghi e castani, ben curati e sempre legati accuratamente. Per mantenere il suo rango elevato nella società è molto attenta all'ordine ed alla pulizia, indossa sempre abiti sfarzosi ed eleganti, supportati da preziosi anelli, bracciali, collane ed orecchini.
Personalità[]
Domizia è una persona molto legata alla famiglia ed ama molto suo marito e suo figlio vedendolo sempre come un bambino a discapito della maggiore età acquisita, è molto riservata quindi non si lascia mai andare ai pettegolezzi o ai piaceri della vita come invece Ilizia e le sue amiche si dedicano molto spesso. Per amore della famiglia accompagna sempre il marito e suo figlio ad assistere i Giochi gladiatorii anche se a lei non interessano maggiormente ed anzi prova un certo senso di disgusto quando il combattimento diventa cruento.
Sangue e Sabbia[]
Domizia appare per la prima volta a fianco di suo marito nella tribuna degli ospiti durante i Giochi dei Vulcanalia per l'incontro finale tra Crisso e Spartacus con la vittoria del Campione di Capua e la resa del trace.
Per la seconda volta Domizia è di nuovo accanto al marito ed in questa occasione anche al figlio durante i Giochi dedicati esclusivamente al Magistrato. Prima dell'incontro finale Calavio giunge tra gli ospiti annunciando la morte dell'intera famiglia di Ovidio e sua moglie cerca di consolarlo stringendo la sua mano, dopodiché il Magistrato presenta il combattimento finale tra la coppia Spartacus e Crisso contro il leggendario Teocoles assistendo fino alla conclusione infine alzandosi in piedi gode il ritorno rinfrescante della pioggia sulla città di Capua insieme agli altri presenti.
Successivamente si trova di nuovo sulla tribuna ad assistere altri Giochi mentre stanno combattendo ancora in coppia Spartacus e Varro contro un gruppo di gladiatori, nel frattempo Domizia si intrattiene con Lucrezia parlando dell'emozione che prova suo figlio Numerius per i Giochi e come lei lo consideri ancora un bambino rispetto alla sua ormai maggiore età. Al momento della decapitazione da parte dei due gladiatori di Batiato contro l'avversario pi grande e pericoloso, Domizia rimane impressionata dalla vista del sangue ed ammette che assiste ai Giochi soltanto per amore del figlio e di suo marito.
Alcuni giorni dopo Domizia e la sua famiglia giungono alla villa di Batiato per la festa di compleanno organizzata per la maggiore età di Numerius, anche in questo caso fa notare come il figlio sia cresciuto così velocemente ma che lei lo veda sempre come un bambino dopodiché lo redarguisce per essersi sporcato nel visitare i gladiatori nel cortile durante l'allenamento, a seguito di questo assiste al combattimento di esibizione tra Spartacus e Varro contraddistinto dal tragico epilogo fino poi al termine della festa.
Il giorno programmato per i Giochi tra Capua contro Pompei, Domizia è come al suo solito presente sulla tribuna insieme al figlio in attesa dell'arrivo del marito, nel frattempo Calavio viene rapito e la sua mancanza comincia a farsi sentire, il Magistrato di Pompei chiede dove il suo amico e collega sia finito e sua moglie risponde che Calavio aveva un impegno d'affari a Picenzia quindi sarebbe arrivato a breve. I combattimenti continuano ma suo marito continua a non farsi vedere ed anche lei a quel punto comincia a preoccuparsi, la sua paura prende forma quando arriva un messaggio a Batiato in cui riporta che la sua carrozza è stata attaccata durante il viaggio ma il suo corpo non c'era.
Scoperta la verità sulla sorte di suo marito, Domizia prende posto sulla tribuna durante l'esecuzione di Solonio, condannato a morte per l'assassinio di Calavio, nel momento della presentazione la donna viene consolata sia da Lucrezia che dalle parole di Batiato, a differenza però del senso di vendetta del figlio Numerius, lei dimostra molto più dispiacere e tristezza per l'intera esecuzione.
L'ultima apparizione ufficiale di Domizia è quando partecipa insieme al figlio alla celebrazione per il patrocinio ottenuto da Batiato attraverso l'appoggio di Glabro, sfortunatamente proprio durante i festeggiamenti Spartacus e gli altri gladiatori scatenano la rivolta facendo un massacro, Domizia scappa dentro la
villa proteggendo suo figlio fino a quando loro due ed i padroni di casa si trovano da sola in cerca di un nascondiglio sicuro, improvvisamente però un gladiatore sbuca di corsa alle sue spalle e la uccide con un fendente alla schiena sotto gli occhi inorriditi del figlio e dei presenti, quando poi lo stesso gladiatore tenta di uccidere anche gli altri, Batiato seminascosto dietro una parete lo trafigge all'addome invitando poi sua moglie, Numerius ed Aurelia a trovare un riparo.
Note[]
- Come è stato per John Bach che interpreta la parte del marito Tito Calavio anche Janine Burchett, inteprete di Domizia, ha già lavora in precedenza con i produttori della serie in uno stesso singolo episodio nelle serie Young Hercules e La Spada della Verità.
- Il nome latino di Domitia può riferirsi alla Gens Domitia, antica famiglia plebea che si divide in due rami, gli Enobarbo ed i Calvino. Specialmente il primo nome che deriva da una leggenda legata a Castore e Polluce in cui predisse ad un antenato della famiglia la vittoria romana sulla lega latina nella battaglia del Lago Regillo e per confermare la predizione accarezzarono entrambi la sua barba ed i capelli che da neri diventarono rossi da cui il nome "Enobarbo" cioè "barbarossa". Da questo nome discendono due Imperatori romani tra cui Nerone ed Aureliano nel terzo secolo.